Era la rosa più bella che avesse mai colto.
Ogni pomeriggio, prima del calar del sole, Alice passeggiava nel suo giardino e andava alla ricerca di rose. Alice collezionava rose. Le aveva viste di tutti i colori e di tutte le dimensioni, con le spine e lisce come la seta, appena nate e appena morte.
Quel giorno, Alice, aveva trovato nel suo cammino, la rosa più bella che avesse mai visto. La rosa più bella che avesse mai colto. La rosa più buona, la rosa più rara.
Nonostante fosse entrata da poco a far parte della sua collezione, Alice l’amava più delle altre, come se fosse stata lì sempre.
La rosa rara e profumata diventava ogni giorno sempre più grande, più buona, più bella e più luminosa, senza mai appassire e Alice sentiva in cuor suo che quel fiore tanto bello non poteva appartenerle poiché dotato di tante virtù.
La fanciulla non pensava di essere in grado di accudirla perciò decise di lasciarla laddove l’aveva trovata, nel giardino, affinché mani esperte e cuori più grandi del suo sapessero accudirla.
I giorni di pioggia passarono, così come quelli di sole e arrivò il freddo e con esso la neve che coprì tutto il giardino della piccola Alice che non poteva raccogliere più rose. E fu proprio durante i gelidi giorni d’inverno che la bambina vide un petalo rosa, soffocato dal tappeto bianco di neve. “Ah, la mia rosa!” Esclamò la fanciulla, e iniziò a scavare nel soffice ghiaccio, con le mani nude, per cogliere (in salvo) il fiore abbandonato. “Ah, rosa mia! Cosa ho fatto! La mia casa per te era la tua salvezza e ti ho lasciato qui a morir dal freddo pensando che il mio amore per te non fosse tanto grande! Ah, rosa mia!”
Ad un tratto il fiore sprigionò calore, riscaldando le mani di Alice, intorpidite dal freddo cosicché riuscisse a prenderlo, per portarlo a casa. E ci riuscì. La fanciulla arrivò nella sua stanza e iniziò a riscaldare e a sciogliere il ghiaccio depositatosi sullo stelo e sui petali della sua prediletta rosa che si risanò, completamente.
Fu così che Alice si prese cura ancor di più del suo piccolo tesoro con la consapevolezza che il suo amore, per quanto credeva non fosse all’altezza, l’aveva salvato.
Maria Elena Marsico
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