C’è uno sport, nobile e antico. Uno sport che mi piace paragonare alla danza classica, e i miei studi mi confermano che un paragone simile non è un azzardo. E’ uno sport che si avvicina all’arte, che elegantemente si inchina a te e poi si congeda. C’è uno sport che mi ha insegnato il significato del fair play, che non guarda lo stemma sulla tuta o il cognome sul tabellone.
C’è uno sport che mi ha insegnato che una palestra può diventare una casa, e una squadra può diventare una famiglia, anche quando si lotta individualmente. Ed è questo il suo punto di forza, l’individualità all’interno di una grande squadra, che ti sostiene anche quando per te il gioco si è già concluso.
Month: gennaio 2017
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Della frazione di Santa Giusta, Amatrice era madre. Insieme guardavano le montagne e cucinavano piatti prelibati, ospitavano famiglie e bambini. Si scambiavano falchi e cervi, non facevano rumore per non disturbare i cinghiali. Avvolte dalla natura si guardavano complici, aspettando una stagione fatta di bianco, camini accesi e case calorose.
Avvolte dalla natura, da questa sono state colpite a morte, mentre in un tenero abbraccio si stringevano.
Oggi in quell’abbraccio si stringono quei pochi cuori rimasti, oggi più che mai, oggi che fa più freddo.
Oggi ad Amatrice come a Santa Giusta, ci sono le macerie nascoste da quello che porta questa fredda stagione. Macerie che un tempo ospitavano respiri e risate.
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